«Le didascalie»: what’s this?
«Le didascalie» sono un quaderno di annotazioni varie, con libri e letture come riferimenti primari. Il tutto a cura di
, che si divide tra l’attività di traduttore editoriale freelance (con un’esperienza trentennale maturata lavorando per importanti riviste e case editrici italiane) e la conduzione di una piccola azienda agricola familiare tra ascolano e teramano, e nel tempo libero coltiva una passione ad ampio raggio per la lettura, spaziando tra narrativa e nonfiction, indifferentemente su carta, ebook e web, con la forma lunga e i testi di qualità come uniche predilezioni.A ciò vanno aggiunti una passione indiscussa per la Rete, seppur con venature di amore-odio (specie verso i social), e da ultimo un prepotente ritorno di fiamma per le montagne, nutrito da un innamoramento per l’Abruzzo, accanto al richiamo eterno dei Sibillini, della campagna, del fai da te, delle uscite in bici e del ciclismo in generale.
Con queste premesse, tale spazio intende dare risalto alle molteplici attività e passioni del curatore, ma cercando in particolare di recuperare quel respiro lungo venuto a mancare in anni di assuefazione alla frantumazione del discorso e a un incessante chiacchiericcio a causa dei social, per riabbracciare viceversa un po’ della filosofia dell’epoca dei blog e se possibile fare di meglio, con maggiore cura e ponderazione.
Le didascalie
Da quando sul finire degli anni Novanta hai cominciato ad avere una presenza attiva su internet, hai perso il conto dei profili aperti su un sito e sull’altro, così come delle pagine personali create. Quando in particolare è venuto il periodo dei blog, dopo quello delle mailing list tematiche, ti sei tuffato a pesce in quel nuovo ambiente di scrittura e condivisione, aprendone ben più di uno, sulle varie piattaforme, e provando e riprovando con contenuti e template, fino ad arrivare a un’impostazione grafica e stilistica che grosso modo ti soddisfacesse. [...] In quel mentre si affacciavano però sulla scena i social, e gradualmente, per quanto non ti affascinassero, finivi anche tu per esserne risucchiato. E pur limitandoti a Twitter, e più saltuariamente Facebook, ecco che tutti gli spazi online precedenti, volta per volta allestiti con grande dispiego di tempo e di attenzioni, via via perdevano valore, tanto da non curarti più di aggiornarli.
Che peccato!
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